23-04-2018
TESTARE UN'IDEA IMPRENDITORIALE - La mia esperienza nell'incubatore Netural
il Team di Casa Netural interpreta la mia idea imprenditoriale!
Oggi mi piacerebbe condividere con voi la mia esperienza a Matera all’interno dell’incubatore di imprese culturali e creative di Casa Netural. Sono diversi mesi che sto lavorando a un progetto imprenditoriale. Sto seguendo anche dei percorsi formativi e consulenziali in merito molto utili e costruttivi, ma sentivo la necessità di un confronto con chi si occupa nello specifico di imprese culturali e creative. Inoltre avevo bisogno di un momento di distacco dalla mia quotidianità che mi servisse a fare chiarezza sulla direzione da prendere e a confrontarmi con altre persone che intraprendono la strada dell’autoimprenditorialità.
Casa Netural è il luogo ideale per questo tipo di situazioni: una casa che ospita e aggrega persone da tutto il mondo in cerca di ispirazione, confronto e concretizzazione delle proprie idee in ambito creativo, culturale e di innovazione sociale.
Al suo interno si trova un co-working, dove professionisti locali e internazionali condividono luoghi di studio e lavoro, un co-living dove vengono ospitate a dormire persone che, anche per lunghi periodi, decidono di stare a Matera per portare avanti i loro progetti in uno spazio condiviso e rigenerarsi, e poi l’incubatore, ovvero uno spazio dove viene offerto aiuto a chi ha la necessità di prototipare un’idea imprenditoriale in cambio di competenze, servizi e attività.
La zona comune del co-living
Il co-working
Per prototipare intendo sperimentare nella pratica un'idea per noi nuova, non buttandoci a capofitto, ma facendo dei piccoli test che ci aiutino a correggere il tiro di volta in volta.
Come si è svolto il percorso di incubazione.
L’incubatore Netural prevede un percorso di tre giorni a tu per tu con Andrea Paoletti, architetto di spazi condivisi, progettista e co-founder di Casa Netural.
Il lavoro è suddiviso in mezze giornate per un totale di 8 ore: questa formula è a mio parere azzeccata perché la mezza giornata consente di avere tempo e spazi per riflettere e stare con se stessi. Ci si può perdere tra le meravigliose stradine dei Sassi di Matera o semplicemente stare nella casa, cucinando e ascoltando le storie di altri ospiti provenienti da vari paesi del mondo per seguire sogni, desideri e obiettivi differenti.
Il mio è al contempo un sogno, un desiderio e un obiettivo, e oggi sta diventando un progetto: quello di aprire una residenza artistica permanente in un borgo rurale, che sia anche un punto di riferimento per artisti alla ricerca di formazione extra-accademia nonchè per abitanti, turisti e viaggiatori che vogliono avvicinarsi alla creatività. Questo progetto si integra con la mia attività di consulente e manager culturale per associazioni, imprese, enti pubblici e privati, che per il momento non voglio abbandonare e mi piacerebbe focalizzare sempre di più sulle tematiche che mi stanno più a cuore, come il sostegno alla fase di ricerca, formazione e creazione artistica e la valorizzazione di territori attraverso l’arte. Inoltre, nella mia visione di lungo periodo, mi piacerebbe dedicare uno spazio della mia attività imprenditoriale a una cosa che ancora ho fatto poco: approfondire la connessione tra turismo, arte e creatività.
Ora che vi ho detto a grandi linee il mio progetto professionale, vediamo come questo si è evoluto in Casa Netural.
1° giorno: SI SCIOGLIE UN NODO.
Il primo giorno Andrea Paoletti lo dedica a conoscere me, il mio passato e il mio futuro, le mie ambizioni professionali e personali. Le domande che mi pone sono stimolanti, e fanno emergere molte cose di cui ero già consapevole ma che è bello condividere con una nuova persona, che le ascolta in modi diversi e ti fa sentire di aver acquisito una visione rinnovata del tuo presente.
Io e Andrea Paoletti al termine della prima giornata di incubatore Netural.
La conversazione fa subito emergere un nodo: la necessità di scegliere su cosa concentrarsi in questi giorni di incubatore. L’idea della residenza artistica permanente o la mia professione di consulente?
Si ritorna lì, al nocciolo, a ciò che in certi periodi lascio in disparte, a ciò a cui sistematicamente ritorno. Non posso negare infatti che, oltre alla mia attività di consulenza che mi permette di spaziare e vedere realtà differenti, da tempo sento la necessità di un progetto solido, continuativo e duraturo, nonchè l’esigenza di uno spazio di maggiore decisione, espressione e autonomia. Andrea mi chiede di scegliere, di chiarire dentro di me su cosa focalizzarmi durante queste giornate e mi dà una giornata per riflettere: appuntamento al pomeriggio del giorno seguente.
E’ strana la sensazione che ho di fronte alla sua richiesta: mi è sparita l’ansia, la fretta. Mi sento lucida e sinceramente rilassata: la sensazione che temevo, di rimettere tutto in discussione e di sentirmi inquieta e nervosa non c’è. Mi prendo il pomeriggio libero e vado a visitare Grottole, un piccolo borgo a 30 minuti da Matera dove sta nascendo il progetto
Wonder Grottole.
Questa sensazione di rilassatezza mi accompagna e a tratti mi crea dei rivoli di emozioni che riesco a godermi in pace e silenzio.
Come mai è successo questo? Non so ancora dare una risposta, ma mi piace molto. La notte scende e mi promette un riposo sereno.
2° giorno: SI ENTRA NEL VIVO.
DRIIN! Sveglia presto e mattinata tra i sassi, a pensare e meditare.
I Sassi di Matera in fase di cantiere
Matera e la Murgia
Cosa significa per me il progetto di residenza artistica? Cosa mi deve dare di più e di diverso rispetto a ciò che ho oggi e rispetto a ciò che ho già fatto finora? La risposta è plurima.
I miei pensieri si intersecano tra i vicoli e le case cave di quell’opera di scultura partecipata che è Matera: un posto unico che mi resterà impresso, dove la nitidezza del paesaggio monocromo e chiaro nasconde la profondità e il mistero di case scavate nella pietra e di antiche chiese rupestri.
Tra i vicoli di Matera
E mentre vivo in questa alternanza di luci e ombre, si fa strada dentro di me la sensazione di volermi dedicare a questo progetto e di farlo mio, non solo come consulente esterno. Si è sciolto un nodo, quello dell’attesa, del rimandare, e ora sento di voler scegliere.
L’incontro pomeridiano con Andrea entra subito nel vivo: come funziona il progetto, a chi si rivolge, quali azioni e tempistiche richiede, che tipo di impatto sociale può avere sul territorio, in che modo si distingue o si accomuna ad altri progetti nazionali ed esteri esistenti. Riorganizzo materiali che avevo già impostato e preparato, ma questa volta hanno una finalità e una direzione più mirata. L'appuntamento è per la mattina seguente.
La cena dei residenti
La cena serale con tutti i residenti di casa natural (coworkers, ospiti del co-living e semplici associati) mi dà coraggio. Sentire tante storie di persone che come me hanno deciso di trasformare desideri e ipotesi incerte in progetti concreti. Persone con la voglia di creare, condividere, provare. Persone con vite difficili alle spalle, culture differenti, età diverse e un progetto tutto loro da inventare, talvolta non attinente ai loro studi, ma piuttosto alle loro convinzioni e passioni. E così è facile sentirsi parte di questo gruppo e arricchirsi dal confronto reciproco.
Terzo giorno: DISCESA LIBERA!
L’ultimo giorno di incubatore è volto a mettere le basi per la definizione di un prototipo: ovvero una prima sperimentazione, un primo test in piccolo di quello che sarà il progetto vero e proprio. Non importa se non è tutto come vorrei, se manca qualche tassello o se ci sono dei margini di incertezza: l'importante è fare un passo concreto e sperimentare l'idea nella pratica.
Il co-working
A poco a poco, Andrea mi spinge ad entrare sempre più nel dettaglio degli obiettivi progettuali, del funzionamento pratico della residenza e a fine sessione, mi dà i compiti per casa.
Eh sì, il percorso è finito. Ma mi rendo subito conto che ciò non è affatto vero. Il percorso vero inizia ora, ed è la progettazione del prototipo nel dettaglio, incluso il luogo di svolgimento e la data di inizio. Per questo ho 30 giorni di tempo, prima di risentire Casa Netural via Skype e confrontarmi sugli avanzamenti.
Ho avuto una spinta decisa e chiara ad entrare nel concreto, fare un primo passo oltre la fase di riflessione e progettazione. E se avete già portato avanti delle idee imprenditoriali capirete quanto questo sia importante, specialmente quando partite da soli.
Ed è ora di partire in tutti i sensi: il volo per Cagliari mi aspetta. Dopo una giornata da turista, faccio la mia valigia e saluto le persone che ho conosciuto in questa settimana, dove ho imparato almeno tre cose:
1) non usare la parola MAGARI;
2) non usare la parola SE CAPITA;
3) provare anche se non è tutto perfetto perchè ci sarà sempre qualcosa da migliorare.
Grazie Casa Netural, ci sentiamo fra 30 giorni!
E voi avete delle idee nel cassetto? Provate a esplorare il sito di Casa Netural e prendete in considerazione un soggiorno dedicato ai vostri progetti e desideri personali in ambito lavorativo: non vi pentirete di aver respirato aria di ottimismo e di futuro in una città meravigliosa che, dopo essersi rialzata egregiamente da un'epoca di profonda crisi, ora si sta preparando ad essere, meritatamente, Capitale Europea della Cultura 2019.
Matera e i Sassi
Facce da Casa Netural
Facce da Casa Netural
Facce da Casa Netural
Facce da Casa Netural
foto abc
La zona comune del co-living
Calendario del Mese
Il co-working
Il co-working
La porta d'ingresso di Casa Netural, a Matera.
La libreria di Casa Netural, fatta con materiali di riciclo e ricca di testi su impresa creativa e innovazione sociale
Una delle zone comuni di Casa Netural
Grottole
I messaggi di saluto degli ospiti di Casa Netural
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