Francesca Sassu

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10-05-2019
ITALIAN COUNCIL 2019: nuove opportunità per artisti e curatori italiani.
Eleonora Todde "I Cassetti non sono valigie" (video dalla performance, 2016). Riprese Stefano Cortis.

Nel 2016, abbiamo potuto assistere alla nascita dell’Italian Council: un evento rilevante per la storia della politica culturale del nostro Paese, e in particolare per quella che riguarda il sostegno alla produzione artistica contemporanea.
Si tratta infatti di una struttura interministeriale che ha il compito di “promuovere la produzione, la conoscenza e la disseminazione della creazione contemporanea italiana nel campo delle arti visive”, perseguendo tra gli obiettivi principali l'inserimento degli artisti italiani nel sistema dell'arte contemporanea internazionale.
L’iniziativa, come dichiarato a suo tempo dagli stessi fondatori, prende spunto da organizzazioni storiche come il British Council – presente dal 1934 nel Regno Unito e in 110 paesi del mondo, o il National Endownment for the Arts, organismo indipendente fondato nel 1965 negli Stati Uniti per fornire supporto e fondi agli artisti, alle organizzazioni e ai progetti artistici.
Oggi non voglio approfondire le differenze e discrepanze che emergono da un rapido confronto tra il nostro neonato Italian Council e i due organismi consolidati presi a modello, differenze peraltro notevoli sia in termini di forma giuridica e di conseguenti modalità gestionali (le organizzazioni citate sono caratterizzate da maggiore autonomia e snellezza gestionale), sia in termini di indirizzi, fondi a disposizione e sostenibilità nel tempo.

Vorrei invece essere positiva e dare il benvenuto alla novità di quest’anno.
Il bando Italian Council del 2019 apporta infatti una fondamentale integrazione rispetto alle edizioni finora attuate, in quanto inserisce il singolo artista e il singolo curatore tra i soggetti beneficiari dei fondi stanziati.

Immagine promozionale Bando 2019 Itallian Council

La novità non è di poco conto in quanto la gran parte degli enti pubblici italiani, dal livello statale fino a quello comunale hanno sempre rivolto le misure di sostegno alla cultura e all’arte alla medesima tipologia di soggetti: gli enti locali, le associazioni e le altre organizzazioni no profit. Sono questi i soggetti che fino all’anno scorso potevano accedere alle opportunità di finanziamento dell’Italian Council, così come agli altri finanziamenti ministeriali, a quelli regionali, provinciali e comunali.
Finora, infatti, l’artista o il curatore italiano che operano singolarmente, magari anche con una partita Iva o in chiave imprenditoriale, ma anche come persone fisiche semplici, potevano accedere a ben poche opportunità di sostegno per i loro progetti.

Eppure l’artista si ritrova spesso a portare avanti il suo percorso creativo in modo totalmente solitario e la sua ricerca, così come quella del critico o del curatore – seppure si possa incrociare con istituzioni e organizzazioni del sistema dell’arte – è spesso profondamente individuale.
Che fare dunque? Il ragionamento che si è diffuso finora è simile a quello di un professionista di altri settori economici che apre la sua Partita Iva: l’unica differenza è che l'operatore culturale apre un’associazione.
In altre parole, mi sembra che l’esclusiva concentrazione delle politiche culturali sulle organizzazioni no profit abbia creato in Italia la proliferazione di forme di associazionismo snaturate e lontane dal reale scopo di un’associazione.
Un’associazione è un organo democratico, caratterizzato dalla parità dei suoi membri, da obiettivi comuni, da un dialogo costante tra i soci e da finalità senza scopo di lucro. Assistiamo invece sempre più frequentemente alla nascita di associazioni create con l’unico scopo di accedere alle opportunità offerte dai bandi, associazioni dove i membri sono spesso tre (magari parenti?) – il numero di soci minimo richiesto per poterne creare una – e le assemblee non si svolgono se non solo sulla carta.

Non intendo con questo denigrare l’associazionismo, che considero un elemento fondante della nostra cultura e della nostra società, quanto evidenziare la necessità di sostenere anche la dimensione individuale e indipendente della pratica artistica (oltre a quella imprenditoriale, ove possibile), come presente in tutti gli Stati con le politiche culturali più avanzate.
In questi Stati, migliaia di artisti e curatori – persone fisiche o liberi professionisti con partita Iva - possono beneficiare negli anni di borse di studio a loro indirizzate che gli consentono di sviluppare il loro percorso di ricerca, peraltro in modo spesso totalmente libero: le cosidette “unrestricted grants” erogate dallo stesso National Endownment for the Arts sopra citato o dagli Art Council di altre Nazioni possono essere spese dall’artista deliberatamente come egli ritiene: dall’affitto di uno studio all’acquisto di materiali, dalla partecipazione a una residenza alla realizzazione di un viaggio finalizzato a un progetto artistico, alla sola condizione di documentare in un report annuale le azioni svolte a supporto del suo processo creativo e della sua carriera artistica.

In questo senso, trovo che il segnale di apertura dell’Italian Council sia un gran bel passo avanti: in occasione dell’edizione 2019 del bando Italian Council, infatti, sono state presentate delle nuove opportunità che lo stesso Mibact (Ministero per i Beni e le Attività Culturali) dichiara maggiormente inclusive perché rivolte anche al singolo artista, tra le quali il finanziamento di residenze artistiche all’estero o la partecipazione a manifestazioni internazionali, o la realizzazione di mostre e pubblicazioni editoriali. Finalmente il beneficiario del bando, dunque il soggetto che formalmente può fare domanda di finanziamento potrà essere il singolo artista e/o curatore.
Libertà e necessità di associarsi, insomma, come il nostro art. 18 della Costituzione sancisce, ma libertà di coltivare parallelamente anche il proprio percorso individuale, che può portare a uno sviluppo professionale e che non potrà che arricchire episodi associativi e di scambio. E se per questo sono previsti degli aiuti che ci mettano alla pari o in una situazione meno lontana dagli artisti di altri Paesi, ben venga.
E voi cosa aspettate? Iniziate a candidare i vostri progetti, individuali o associativi, al bando Italian Council: la scadenza è alle porte (27 maggio 2019).
Come sempre sono graditi i vostri commenti e le vostre osservazioni rispetto alle tematiche affrontate in questo post.

Qui di seguito alcuni link per approfondire la tematica:
- Bando 2019 Italian Council
- Articolo del Sole 24 Ore sull'edizione 2019 del bando Art Council
- Articolo di Artribune sulla nascita dell’Italian Council
- Video integrale della performance di Eleonora Todde "I Cassetti non sono Valigie"

Eleonora Todde "I Cassetti non sono valigie" (video dalla performance, 2016). Riprese Stefano Cortis.

Immagine promozionale Bando 2019 Itallian Council

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